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ll Museo Anatomico Fiorentino presso la sezione di Anatomia del DMSC - preparati ed immagini

I preparati del Museo Anatomico Fiorentino

Sandra Zecchi Orlandini

Sandra Zecchi Orlandini

 

La collezione dei preparati contenuti nel Museo Anatomico Fiorentino deriva come nucleo centrale dal Museo Fisiologico del Regio Istituto di Studi Superiori e si è arricchita, col passare degli anni e col succedersi di illustri Maestri dell'Anatomia, di numerosissimi pezzi e preparati che denotano, in primo luogo, la perizia dei dissettori e preparatori ed inoltre riflettono chiaramente la loro duplice finalità. Infatti, se da un lato è evidente e ben documentabile il loro scopo scientifico e di ricerca nell'ambito di una disciplina che doveva considerarsi alla base del sapere medico e le cui conoscenze, riguardo a molti organi ed apparati, potevano definirsi come pagine non ancora scritte o appena abbozzate, d'altro canto, la finalità didattica e formativa è sempre ben presente ed appare ispirare, anche in base ai criteri classificativi, il lavoro dei dissettori.

 

Una larga parte del merito della raccolta è da attribuirsi a Filippo Pacini (1812-1883)  che fu direttore del Museo Fisiologico e che, oltre alla sue numerose ed importantissime scoperte scientifiche si preoccupò sempre con particolare cura e perizia della conservazione dei pezzi della raccolta. A tal proposito, proprio dal Pacini ci sono giunte ricette di fluidi conservanti e di miscele per la preparazione di pezzi anatomici che vale la pena di riportare:

 

  • 16.2.1851 - Iniezione con once 10 cera gialla, once 0,5 cinabro, dracme 1 trementina; oppure
  • 12.3.1851 -.12 albumi d'uovo, 12 danari di lacca di Monaco e 4 once di acqua distillata. Con questa materia fu iniettata l'arteria polmonale sinistra d'un uomo adulto, caricata con un peso di 24 libbre, mentre il polmone era mediocremente insufflato; o ancora 
  • In una capsula di vetro con cartello verde c'è della muscolatura con gomma arabica 2 parti, Zucchero 3 parti, Acqua distillata 30 parti. Bollito e ridotto a metà. Quando è freddo - tintura di iodio grammi 6.

 

Degna di particolare nota risulta essere la collezione di preparati istologici di Filippo Pacini, accuratamente catalogati e conservati nell'istoteca del museo, testimonianza preziosa di una scienza agli albori. Anche da un'osservazione superficiale, ad occhio nudo, di questi "vetrini" è possibile rendersi conto di quale dovesse essere l'entusiasmo del ricercatore nel poter esplorare un mondo quasi totalmente nuovo, quello microscopico. Su molti preparati, altre alla data ed alle sostanze usate per la preparazione, sono riportate annotazioni, riflessioni e dubbi dello studioso. Ecco alcuni esmpi:

 

  • "Epitelioma, sezione verticale. Dalla regione dorsale del corpo di un'uomo di buona costituzione. Incominciò con una piccola verruca, che irritata con dei caustici, in poco più di un'anno esigé l'amputazione dell'avanbraccio, eseguita dal dott. P. Puccioni. Firenze, 11 Maggio 1865"
  • "Tenia dell'uomo (Taenia Soli. L.) Anello, o proglottis di forma triangolare, interposto frà due di forma ordinaria. Questa conformazione è forse congenita? o piuttosto accidentale, per lo sviluppo di una nuova parte frà i due anelli staccati? Firenze, 11 Luglio 1863"

 

Di particolare importanza sono poi i preparati microscopici nei quali Filippo Pacini, per primo, identificò il vibrione del colera. Su questi preparati sono riportate una serie di osservazioni dettagliate e quasi puntigliose:


"Colera asiatico (osservare a piccolo ingrandimento). Corrosioni superficiali della mucosa della parete media dell'intestino tenue. Appartiene al 2° caso descritto nella mia Memoria. V. Gazzetta medica di Firenze, Anno 1854, pag. 397. Questa preparazione è stata rimontata in vetri nuovi, dopo sette anni che era stata eseguita.

 

Oltre ai preparati istologici del Pacini, notevole rilevanza storica e scientifica merita anche l'insieme di sezioni istologiche seriate di embrioni umani in varie fasi di sviluppo, eseguite nel primo novencento, sotto la direzione di Giulio Chiarugi

 

Nell'ambito del Museo Anatomico, che dal 1956 ha trovato degna collocazione nella sede di Careggi dell'Istituto di Anatomia umana normale del quale occupa l'intero terzo piano, i preparati sono suddivisi secondo un criterio sistematico per apparati. Oltre alla ricchissima collezione di materiale osseo e preparati secchi relativi all'apparato locomotore, copiosamente rappresentati sono anche i preparati concernenti l'apparato cardiocircolatorio, visti anche gli stretti rapporti che hanno sempre legato le discipline anatomiche a quelle chirurgiche. Fra questi spiccano i preparati conservati in liquido fissativo di P. Mascagni (1801-1815) nei quali i vasi sanguigni e linfatici venivano iniettati e quindi dimostrati; peraltro lo stato di conservazione di queste preparazioni è purtroppo precario. In stato di conservazione nettamente migliore sono i preparati secchi, sia di Mascagni (Iniezione arteriosa e venosa della pelle della mano ed avambraccio n°195/XX22 - Preparato dove si dimostrano i linfatici degli arti inferiori e del tronco n°247/XXI) che di L. Paganucci (1874-1885) (Cuore con arco aortico ed arterie esofagee, coronarie e bronchiali iniettate n° 45/XVI - Canali arterioso e venoso e vasi sanguigni dell'apparato digerente di un feton°119/XVII - arterie e vene del collo. Arterie viscerali, toraciche ed addominali, vene intrarachidiane di un bambino n°156/XIX - Cuore e suoi rapporti con gli organi toracici, arterie cervicali ed arterie viscerali nate dall'aorta addominale. Arterie dell'estremità inferiore sinistra n°158/XIX)

 

Passando all'apparato digerente, particolarmente dimostrative e con chiara finalità didattica appaiono le numerose serie di denti su vetro che illustrano l'ontogenesi dei denti a partire dalla primissima infanzia (mesi 6 e giorni 11) fino all'adulto Queste preparazioni furono eseguite da Ferdinando Livini (n°1-15/XXI). Ancora di Paganucci, di notevole impatto, è una preparazione dell'intero apparato digerente di adulto (Tubo digerente, aorta, vasi, faccia di adulto n°102/XXII). Appare infine da segnalare un preparato secco in teca di vetro che reca la data 1851, ed è quindi da attribuirsi a Filippo Pacini o alla sua scuola di settori: Tubo digerente di neonato con valvola pilorica ed ileo-cecale n°99/XXII.

 

Proseguendo questo "excursus storico" nel corpo umano colpiscono l'attenzione un preparato conservato in vetro sotto liquido fissativo che reca la didascalia: Apparecchio della voce di Carlo Porta che figurò sulle scene come famoso basso cantante - Paganucci n°20/XXIII, una serie di preparati secchi su tavoletta che illustrano vari casi di ectopia renale (n°1-4/XXIV), numerose preparazioni, sia secche che sotto fissativo, riguardanti le gonadi e i genitali esterni sia maschili che femminili in varie età e condizioni fisiopatologiche, ed infine un preparato secco di Mascagni: Iniezione arteriosa e venosa della pelle del petto di una mammella n°92/XXV.

 

Un posto a parte nella collezione meritano senz'altro i preparati pietrificati del Segato. Girolamo Segato (1792-1836) scienziato naturalista, viaggiatore e cartografo, dopo una lunga permanenza di studio in Egitto, elaborò un metodo di pietrificazione di parti organiche che applicò alle più diverse strutture anatomiche. Indubbiamente la peculiarità di queste preparazioni "lapidee" ha sempre affascinato ed interessato in maniera particolare sia gli studiosi che gli occasionali visitatori, anche perché in queste preparazioni emerge anche una avvertibile esigenza estetica, una ricerca del "bello", che le differenzia da tutto il resto della collezione. Inoltre, il mistero legato alla loro esecuzione ha sicuramente contribuito ad aumentare la loro attrattiva. A questo proposito vale la pena di riportare l'epitaffio inciso sulla tomba del Segato nel chiostro della basilica di S. Croce:


Qui giace disfatto Girolamo Segato da Belluno che vedrebbesi intero pietrificato se l'arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell'umana sapienza esempio d'infelicità non insolito morto di anni XLV il III febbraio MDCCCXXXVI

 

Arrivando alle vetrine contenenti le preparazioni di Sistema Nervoso, si entra nel "mondo" di Filippo Pacini. Infatti, il Pacini, coadiuvato da settori del calibro di E. Mortara, G. Catani, A. Correnti ed A.Tafani (quest'ultimo sarebbe stato il suo successore alla cattedra di Anatomia), ci ha lasciato preparazioni altamente dimostrative, sia dal punto di vista didattico che scientifico e che, in molti casi, sembrano rappresentare quasi una sfida data l'estrema difficoltà tecnica della loro realizzazione. Fra queste, degne di nota, un Midollo spinale con radici nervose (n°146/XXVII) sotto vetro in liquido fissativo in ammirevole stato di conservazione, due preparati secchi su tavola di legno (Preparato dimostrativo dell'asse cerebro-spinale e del sistema nervoso periferico n° 127-128/XXVII), peraltro privi di attribuzione e di data, ma presumibilmente dell'epoca di Pacini, dell'intero sistema nervoso centrale e periferico. Le difficoltà tecniche di preparazione di pezzi di questo genere furono sicuramente enormi, e solo una magistrale abilità settoria può aver permesso l'isolamento e la dissezione dei più minuti rami nervosi periferici; e ancora due preparati secchi di Mortara (Aponevrosi palpebrale n°49/XXXIII, Vie lacrimali n°51/XXXIII) anch'essi tecnicamente assai complicati. Infine da segnalare, l'originale della preparazione in cera che Filippo Pacini commissionò nel 1863 a Remigio Lei, modellatore in cera della scuola della Specola, in cui sono mostrati, a vari ingrandimenti, i corpuscoli sensitivi che portano il suo nome. Pacini descrisse questi "gangli tattili" nel 1831, quando era ancora studente, con l'ausilio di un piccolo microscopio dotato di un tubo di legno e di lenti acromatiche che consentivano un ingrandimento di 30 volte, e la diatriba per l'attribuzione della paternità della scoperta, nonchè sul significato funzionale di queste strutture accese violentemente gli animi degli studiosi di morfologia intorno alla metà dell'ottocento.

 

Una parte più recente della raccolta, relativa al periodo di direzione di Giulio Chiarugi, è dedicata all'Anatomia Topografica e consiste di una serie di sezioni, conservate in liquido fissativo, di cadaveri in cui vengono dimostrate varie regioni del corpo. In epoca di gran lunga precedente la diagnostica per immagini, che si avvale di apparecchiature sofisticate e precise (e sicuramente meno invasive) quali la TAC e RMN, queste sezioni hanno certamente rappresentato un sicuro ausilio didattico-formativo per gli studenti, ma anche un attendibile riferimento per gli operatori di altre discipline mediche, in particolare quelle chirugiche. Ancora del periodo di Giulio Chiarugi sono numerosi encefali di adulto fissati in formalina, essiccati e conservati in glicerina. A proposito di queste preparazioni, iniziate nel 1891, in un quaderno di appunti di Chiarugi sono riportati una serie di dati relativi agli individui dai quali l'encefalo fu prelevato, come pure le varie misurazioni che furono effettuate. Appare interessante, seppur privo di alcuna validità statistica o epidemiologica, rilevare la causa di morte, quando annotata: su 20 soggetti in cui veniva riportata, bronchite acuta e polmonite rappresentavano la causa di morte in ben 10, tubercolosi polmonare in 6, atonia senile 2, infezione puerperale 1, postumi di alcoolismo 1. Come già detto questo dato non ha validità statistica, ma ci concede di gettare un occhiata da un punto di vista un pò inusuale nella vita, e nella morte, all'inizio di questo secolo.

 

Una piccola vetrina è dedicata alla collezione di mostruosità anatomiche, prevalentemente embrionali e fetali. Queste preparazioni risalgono per la maggior parte alla prima metà del 1800 dato che, in seguito, tali reperti hanno potuto trovare più idonea collocazione nei musei di Anatomia Patologica.

 

Molto ricca risulta essere anche la collezione di embrioni, feti ed annessi embrionali con preparazioni che, ancora una volta, dobbiamo alla mano di Maestri quali Paganucci, Pacini e Chiarugi.

 

Prima di concludere è doveroso sottolineare ancora una volta la duplice "anima" di questa raccolta. Da un lato la componente didattica, intesa come strumento formativo ed informativo per gli studenti che affrontavano gli studi medici in un'epoca in cui gli ausili didattici, nel senso che si dà oggi a questo termine, erano quanto mai scarsi e la comprensione dell'Anatomia era legata esclusivamente alle capacità didattiche del docente ed alla possibiltà di effettuare esercitazioni pratiche guidate sul cadavere. Pertanto l'abilità settoria assumeva in questo contesto un'importanza notevole e vale la pena sottolineare come le preparazioni anatomiche di organi o regioni avevano una rilevante valenza in sede concorsuale quale titolo per la prosecuzione della carriera accademica.

 

D'altra parte , la tipologia della collezione testimonia anche le diverse specializzazioni scientifiche e gli indirizzi di ricerca che i diversi professori, succedutisi alla Cattedra Anatomica Fiorentina, hanno perseguito. Infatti, se dalle preparazioni di Mascagni si evince chiaramente l'interesse prevalente verso l'apparato cardio-circolatorio e linfatico, campo in cui Mascagni fu maestro indiscusso e ben noto alla comunità scientifica internazionale, da quelle di Pacini risalta la passione della ricerca nel campo del sistema nervoso. Fra i grandi meriti di Pacini quale studioso del sistema nervoso, fu anche quello di aver voluto ricercare correlazioni di tipo fisiologico ed anatomo-comparato e di aver inoltre abbinato alla ricerca anatomica pura in senso macroscopico le potenzialità, peraltro ancora rudimentali, che l'indagine istologica, microscopica, poteva offrire. Paganucci si dimostra più eclettico, ma prevalentemente legato all'indagine macroscopica sull'apparato cardio-circolatorio e digerente; Tafani (1883-1890), coadiuvato dal dissettore Rossi (1886-1890), indaga le strutture anatomiche dell'apparato uditivo, lasciando pregevoli preparazioni di labirinto osseo e membrana del timpano; Chiarugi dedica le sue indagini all'Embriologia, essendo anche autore di un ampio trattato che mantiene a tutt'oggi una notevole validità, ed al sistema nervoso.

 

Arrivando ad epoche più recenti, la raccolta di pezzi anatomici va gradualmente declinando fino quasi a scomparire per tutta una serie di motivi fra i quali il moderno orientamento della ricerca scientifica in campo anatomico verso strutture submicroscopiche, l'utilizzazione di metodiche di indagine che consentono lo studio dell'Anatomia nel vivente in modo non invasivo, la possibilità per gli studenti di usufruire di ausili didattici sempre più sofisticati, ed infine la carenza, sempre più pesante, di materiale cadaverico. Tutto questo ha, d'altra parte, determinato una progressiva perdita di tecniche e manualità che si è concretizzata nella scomparsa della figura del dissettore, che aveva caratterizzato gli Istituti Anatomici nei secoli scorsi. Peraltro, i ritmi di vita e lavoro odierni mal si concilierebbero con i tempi lunghi e la pazienza quasi "certosina" indispensabili per le preparazioni anatomiche così come le concepivano i Maestri del passato.

 

Tuttavia, del tutto recentemente, l'introduzione delle metodiche di plastinazione per la conservazione di materiale anatomico sembra rappresentare una fonte futura di arricchimento del materiale museale.

Ultimo aggiornamento

30.11.2020

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